piove...senti come piove


ci sono dei giorni, a volte solo degli attimi in cui mi prende un senso di angoscia. angoscia pseudo-esistenziale che forse solo noi viziati occidentali ci permettiamo e che mi fa urlare. a volte l'urlo resta impigliato in un nodo in gola. delle volte esce forte, come oggi pomeriggio, o altre viene lavato via, come stanotte.

sono uscita verso le 7 per andare a cena con un'amica e vedere un film, cidade dos hommens seguito del bellissimo cidade de deus. ho deciso di camminare niente autobus. la giornata e' bella e calda. musica nelle orecchie e via. sul canale incontro una persona che incrocio spesso quando corro e con la quale c'e' stato una specie di battibbecco. di solito cerco di non perdere la calma. stavolta mi riesce solo in parte e me ne vado incazzata piu' perche' mi sono incazzata che per altro forse. arrivo all'appuntamento con la mia amica in ritardo e ovviamente le vomito tutto addosso, poverina. le cose si calmano poco dopo via sms - spesso si sceglie la via piu' facile per i confronti - e entriamo in sala a guardare il film. l'urlo in gola c'e' ancora e il film non e' di quelli che te lo fanno passare. il film e' bello anche se non tanto quanto il primo e non credo sia solo perche' il primo l'ho visto in un bellissimo periodo della mia vita con una persona per me importante. credo di essere abbastanza obiettiva per dire che qualitativamente, sia come regia che narrazione il primo e' di gran lunga migliore. ti lasciano entrambi un senso di desolazione per la vita nelle favelas brasiliane pero' il primo il primo e' fatto decisamente meglio.

usciamo dal cinema e mi offrono un passaggio in macchina. rifiuto. la serata e' calda vado a piedi. musica tra le orecchie e via. un ragazzo mi chiede l'elemosina. gente che aspetta il bus. due poliziotti che interrogano un ragazzino. gente ubriaca, gente tranquilla. una volta raggiunto il canale dove non c'e' molto riparo inizia il diluvio. niente lampi ne' tuoni. qui e' raro. solo acqua. forte. a scrosci. e allora....continuo a camminare. prendo tutta l'acqua...in faccia, sui capelli; i vestiti completamente fradici. canto a squarciagola tanto non c'e' nessuno in giro e poi mi prenderanno gia' per una squilibrata visto che mi sto prendendo la pioggia camminando con calma e con un sorriso da ebete sul viso quindi non mi cambia niente se mi sentono anche urlare. sembro un po' quello scemo che canta e balla singing in the rain. lui pero' aveva l'ombrello, io no! il nodo alla gola si scioglie piano piano. l'acqua lo scioglie e se lo porta via. e ora mi sento meglio. serena. come se la giornata di oggi (serata a parte) non fosse mai successa.
miracoli dell'acqua. al mare in piscina o in forma di pioggia mi fa sentire bene, viva.

quando rientro in casa tiro un sospiro di sollievo che non vivo ancora con i miei che si metterebbero a urlare che bagno dappertutto che ora mi viene un raffreddore ecc ecc. invece entro mi tolgo la roba bagnata di dosso e l'appoggio su varie sedie, senza nessuna preoccupazione. libera.....ora pero' devo andare ad asciugarmi i capelli....senno' mi ammalo. la mamma in fondo ha sempre ragione :)

Commenti

Fat_Stè ha detto…
Ultimamente cantare sotto i diluvi va molto di moda...lacrime che si confondono con le gocce di pioggia? L'importante è che poi torni sempre l'arcobaleno! (E qui scatta "Somewhere over the rainbow" nella versione di Israel Kamakawiwoole...RIP)
Michele ha detto…
Sad moment ? only a moment....
GIAN CARLO ha detto…
Potrei citarti anche Pino Daniele e Antonello Venditti ma il + inquietante Singin' in the rain è quello di Arancia Meccanica.