
dopo la maratona di padova scopro che a milano c'era una mostra di bacon e non potevo non andare, cogliendo anche l'occasionedi conoscere daniele per la prima volta. e' stato li' che ho iniziato a capire quella mia empatia con la tecnica di bacon. piu' guardavo i quadri piu' capivo il perche' di quelle urla e faccie e corpi deformati. e in questo periodo mi sento un soggetto 'baconiano'.

le derfomazioni di bacon sono sempre sottilineate dal contrasto con una certa rigidita' o simmetria esterna: le linee che circondano le figure, che siano le sedie, tappeti tavoli o una parte del corpo che resta rigido. quello che mi sembra e' che sia le urla che le deformazioni rapprensentino il senso di frustazione, dilaniamento interiore, dell'umanita ingabbiata da varie costrizioni, siano sociali, sessuali, di genere, istituzionali, familiari, personali e mentali. l'unica cosa da fare e' cercare di scappare uscire dalla gabbia che sono appunto le linee di cui parlavo prima. ma e' impossibile, non saremo mai liberi totalmene, non si puo' fuggire, e allora quel senso di frustrazione, di disperazione, di ingabbiamento si trasforma in un urlo deformato, in un corpo che si contorce.
cosi' mi sento in questi giorni. in gabbia. sconfitta. imprigionata da un sistema che da una parte mi accoglie dall'altra invece mi rifiuta mettendomi davanti uno specchio che riflette le mie (in)capita' e (in)sicurezze in maniera a volte distorte. sto si parlando del mio lavoro, dei rifiuti che questo lavoro ti offre ormai quotidianamente. ma per m

ho sempre pensato che per quanto animali sociali, in fin dei conti siamo soli, siamo noi contro tutti e a volte contro noi stessi. in questi due giorni pero' ho forse riscoperto l'importanza del supporto della gente attorno. ho ricevuto email da amici podisti e da un collega per me fondamentale nella mia vita lavorativa e non solo. ho ricevuto da parte di altri colleghi un appoggio incondizionato (che aime' non si trasforma in un contratto permanente). mi sento un po' piu' positiva. poco, ma sempre molto piu' di ieri. bacon restera' sempre il pittore che mi sconvolge fino alle midolla e nel quale mi ricosco (avesse dipinto piu' donne, sarebbe stato quasi perfetto). prossima tappa: visita del suo studio che da londra e' stato ricreato a dublino, citta' natale del pittore.
l'altro pittore che mi da le stesse sensazioni anche se per motivi diversi e' frieda khalo. ma quello e' (e sara') un altro post
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