e' il 1972 e harvey milk si trasferisce da NYC a San Francisco, Castro per la precisione, un quartiere ai piedi di Haight (la zona prediletta dei ‘figli dei fiori’). harvey ormai nei suoi anta decide che è il momento di vivere la sua omosessualità senza ipocrisie e Castro egli sembra il posto più adatto: in quegli anni era diventato infatti il 'rifugio' di molti gay. lui e il suo compagno aprono un negozio di macchine fotografiche e vivono da veri e propri hippie. ma questi cambiamenti mettono harvey - forse per la prima volta in maniera così esplicita- davanti alle mille ingiustizie a cui la sua comunità è continuamente soggetta. nasce in lui un nuovo senso di responsabilità sociale e decide di buttarsi nella fossa dei leoni e di candidarsi per un posto nel comune della sua città. avrà grandi soddisfazioni ma lentamente: viene eletto solo al terzo tentativo. dopo tre anni ha finalmente la possibilità di far entrare nel dibattito politico anche i diritti degli omosessuali e di vincere importanti battaglie. ma è una vittoria che ha un prezzo molto alto.
questa la storia, vera, dietro al film MILK. un film che per quanto mi riguarda dal punto di vista strettamente cinematico dice poco poiche' la narrazione procede piuttosto banalmente senza grandi picchi estetici, ma aggiunge molto alla (mia) conoscenza e sensibilità sociale. qui si dimostra chiaramente come l'indignazione - che un mio conoscente ha definito tempo fa come un sentimento negativo - sia in realtà la molla per i grandi mutamenti sociali specie nel campo dei diritti umani. harvey milk era un uomo intelligente, sensibile, divertente, paranoico e in alcuni momenti opportunista come tutti i politici, e la sua rabbia ha mosso e commosso l'opinione pubblica americana.
se il film è potente il merito non è solo dell'uomo e del suo gruppo di amici. il merito va anche a uno spettacolare sean penn! per me ha anche un valore aggiunto: mostrarmi la castro che avevo visitato e amato durante la mia sosta a san francisco.
harvey milk è stato assassinato nel 1978 e per motivi che mi hanno sorpreso, ma che non dirò.
il 1978 (con il caso moro) apre un'altro film, anche questo basato su una storia vera: IL DIVO. LA STRAORDINARIA VITA DI GIULIO ANDREOTTI. il valore del divo nasce da presupposti opposti rispetto a MILK. IL DIVO e' un film fenomenale non tanto per la storia narrata e per il personaggio (tutt'altro!) ma quanto per la regia pirotecnica di sorrentino. andreotti viene fuori dal film, come si poteva sospettare, bastonato e accusato ma alla fine conta poco, la storia la conosciamo fin troppo bene. la narrazione è però geniale: realistica ma grottesca. o forse grottesca perché realistica, perché la storia narrata ha in sé dell'assurdo. andreotti è la parodia di se stesso. è il divo, appunto. divo addirittura roccheggiante dato che la narrazione è punteggiata da una colonna sonora rock e pop bellissima. il film fa sorridere di un riso ovviamente amaro, ed è una gioiellino estetico. in comune con MILK ha la spettacolare interpretazione del protagonista: servillo è per me uno dei migliori attori di sempre (l'ho adorato in le conseguenze dell'amore).
il divo l'ho visto solo la settimana scorsa perché parte del festival internazionale del cinema qui a dublino. alla fine del film sorrentino ha risposto alle domande di molti italiani ma anche di molti irlandesi nella sala incuriositi e un po' sconvolti dal fatto che la nostra politica abbia un personaggio del genere.
alla domanda: come mai un film così ora con andreotti ancora in vita, sorrentino ha risposto dicendo che ormai è stata appurata l'immortalità del senatore a vita e quindi non aveva molto senso aspettare. spero che si sia sbagliato.
Commenti
http://www.youtube.com/watch?v=XblfZSVV59c
Mi voria saver parchè non poso vedar il tuo blog dal'uficio, parchè el me dise che lè vietà e lè par adulti...ma mi son gran vecio!
Mah...
mi non so bona a scrivere en diaeto cio'!
Di cinema devo dire per forsa la mia, non resisto...
Come va la corsa?
corsa? cos'e' la corsa? boh...non so di cosa tu stia parlando :)
Penso che il film faccia uscire un Andreotti però troppo grottesco (capisco che sia voluto), certi tratti sono troppo accentuati secondo me. Noi conosciamo il personaggio e riusciamo a filtrare, all'estero non penso siano in grado e, ancora una volta, ne usciamo come un Paese "ridicolo".
Anche se devo dire che purtroppo i fatti narrati, a prescindere dal come, sono veri. Quella è davvero un tratto importante della nostra storia.
In certi passaggi del film Andreotti è fatto apparire come stupido, astratto dalla realtà che lo circonda, ma invece Andreotti è tutt'altro che stupido e tutt'altro che inconsapevole del contorno. Ciò ho visto non nel film ma in certe scene.